Nasce a Montignoso località Acquarella il 10 marzo 1902.
Nel 1922, anno in cui morì il padre Daniele (Vicesindaco socialista, possedeva una non comune dote di improvvvisare strofe in rime ottave attraverso le quali spesso derideva il fascismo e Mussolini. Per questa sua irriverenza era stato più volte selvaggiamente picchiato dagli squadristi. Quelle continue percosse lo avevano portato alla morte) Balilla venne più volte arrestato e picchiato Dovette quindi trasferirsi a Genova, dove venne accolto da Eustacchio Vagli e dalla moglie Lia Vaira, una famiglia montignosina trasferitasi a Genova da molti anni. A Genova trova lavoro come operaio elettromeccanico continuando l’attività cospirativa contro il regime ed era entrato a far parte dell’organizzazione comunista clandestina della Val Polcevera. Nel 1927 si sposa con Melega Pestarino (Giulia) dalla quale avrà il figlio, Valter, che giovanissimo parteciperà anch’egli alla Resistenza come staffetta partigiana. Dopo l’8 settembre 1943 Balilla diviene responsabile di zona del P. C. I. e in seguito, assumendo il nome di battaglia Daniele, vice comandante dei GAP di Genova, operando al fianco di Germano Jori, Giacomo Buranello e Walter Fillak e partecipando alle più rischiose azioni di guerriglia fra cui:
la distruzione del Ponte della Camionale Genova-Serravalle
l'abbattimento del ponte ferrofiario sul Polcevera a Trasta
il sabotaggio dei depositi “Petrolea” a Fegino
la liberazione del sindacalista Lucarelli
Tra aprile e luglio 1944 i tedeschi alla ricerca dei cosi detti “banditi” catturarono ed uccisero Buranello e Jori, “Daniele” (Balilla Grillotti) e “Battista” ( Angelo Scala) diventano i capi dei G.A.P
Il 19 Luglio 1944 Balilla, che era andato a trovare la famiglia, in seguito a delazione viene catturato e tradotto prima a Marassi, poi nella tristemente nota Casa dello Studente dove subirà atroci torture ed infine nella notte del 29 luglio viene fucilato da un plotone al Forte S.Giuliano (Albaro).
Il suo nome fu assunto dalla Brigata Volante Balilla, una struttura snella, formata da pochi elementi scelti e ben armati. La Brigata Balilla aveva il compito di portare la guerriglia a ridosso della città sotto il comando di Angelo Scala detto «Battista».
Lettera di Balilla “29 luglio, 1944
Carissimi,negli ultimi momenti della mia vita il pensiero è tutto per voi. Muoio contento non dubitate che venga minimamente meno a quanto ho creduto. Vi dico solo che vi ho amato tanto. Tu Giulia cara cerca di essere la buona mamma come sei sempre stata per me la buona sposa. Tu Walter cresci buono e ordinato e consola la mamma di questo dolore. Vorrei dilungarmi ma a che servirebbe? Forse a farvi piangere. Giulia se tu ti trovassi in difficoltà non esitare a vendere tutto quello che potrebbe aiutarti anche la moto o qualche altro oggetto che mi era caro. Perdono a tutti se ho ricevuto del male, e vorrei essere perdonato. Saluta tutti gli amici e conoscenti. Bacia i nepoti miei e tuoi. Saluta i fratelli e sorella mia e tue. Bacia Walter e tienlo con te, cerca di non avvilirti tanto poiché il bambino ha bisogno ancora di aiuto. Credo che non sarai abbandonata e che avrai tanta forza da superare questa prova suprema. Sappi che ti ho amata tanto tanto, muoio contento con la visione tua e di Walter davanti.
Baci baci baci. Addio”.
Balilla
P.S. Accludo L.137
Nasce a Rivarolo il 22 febbraio 1908 da una famiglia modesta in cui non vi sono tradizioni militari. Orfano di madre in tenerissima età, inizia adolescente il suo lavoro di aiutane tra i muratori. Amico di infanzia di Riccardo Rissotto, responsabile comunista della zona della Val Polcevera, inizia la propria lotta antifascista nel 1922 ed è subito in prima fila contro le squadracce che arrivano a Bolzaneto per le loro spedizioni punitive.
Il 25 luglio 1943 riunisce allo stabilimento Ansaldo di Genova Campi i suoi compagni di lavoro e, mentre la radio ribadisce che "la guerra continua", invita gli operai a scendere in piazza per chiedere la liberazione dei detenuti politici e la fine dell'alleanza italiana coi nazisti. Dopo l'8 settembre organizza il nucleo gappista di Bolzaneto.
Alla fine del luglio 1944, a seguito dell'arresto di Balilla Grillotti, responsabile comunista per la Val Polcevera, Scala ed il suo gruppo sono costretti ad abbandonare Bolzaneto per rifugiarsi presso il Comando della VI Zona Operativa. Il gruppo viene inquadrato prima nel Distaccamento Musso prima della 57ª Brigata, denominato in seguito distaccamento “Balilla Grillotti” (dal nome di un patriota caduto).